“Cerco casa”: il mio romanzo breve

Cerco casa è un racconto intimo, dolce e forte. È il primo che pubblico in self publishing e arriva dopo altri racconti nel cassetto.
Ti dico qualcosa in più, cercando di non dirti tutto 😉 Se invece ami farti sorprendere, compralo subito!
La trama
La protagonista, Carola, compositrice di musica, scopre di non poter più avere figli. La notizia la getta nello sconforto, da cui proverà ad uscire trascorrendo del tempo in collina, lontano dalla sua città, Bologna. La permanenza a casa di Alice, vecchia amica del liceo, si rivelerà non del tutto benefica. Carola si rifugia nella natura e durante una passeggiata conosce Adelmo, anziano contadino, e si offre di rimettere in sesto una vecchia casa, aiutata poi dall’amico e collega Julian, che avrà un inedito posto nel suo cuore. Grazie al tempo trascorso nel cortile di Adelmo, Carola rimargina la ferita esistenziale che l’ha aggredita.

Il tema della casa
La casa è uno dei temi principali e filo conduttore della storia. É luogo identitario.
“Immagino la sagoma del mio tetto tra gli altri tetti, un giardino superstite incastrato tra nuovi multistrati di appartamenti per famiglie che si affacciano su di esso, con ampi balconi che si protendono. Piccola. La mia casa deve sembrare davvero piccola, come lo sono io. A misura di me stessa.”
Carola, costretta ad allontanarsi dalla sua casa, ne scopre un’altra – metafora di ciò che lei deve intimamente ricostruire – passando per la casa dell’ospite, in una fase necessaria di destabilizzazione, di elaborazione e di ricerca interiore.
“«Anche la casa, no…».
Lei no, per piacere. È stata l’occasione della mia vita e l’unico treno che sono certa di non aver perso. Io ci sto bene, qui. Sto bene qui da sola.”
“Arrivo a ridosso delle prime due costruzioni che fanno ala all’ingresso del cortile. Un arco in pietra le unisce. L’aria è ferma e la luce rossa della sera rimane all’esterno e va a colorare i muri perimetrali. Anche lei è intimidita da questa soglia misteriosa.”
L’edificio che Carola scopre per caso è una vecchia casa, bisognosa, come lei, di cura.
“Mi trovo in un ambiente decoroso, un po’ rovinato dal tempo. C’è un odore di calce e muffa, ma non troppo penetrante. Il mio accompagnatore si affretta ad aprire gli scuri della portafinestra che dà aria e luce alla stanza. Il pavimento è in piastrelle di pietra esagonali, non più lucide, bianche e rosse alternate. Le pareti in alcuni punti sono scrostate dall’umidità.”
Il tema della maternità negata
La casa: il nido. Luogo di protezione, dove la vita si schiude. Non per Carola, che è diventata sterile, inutile.
“Il ginecologo ha deciso di darmi del tu, e mi chiedo perché. Mi conosce da tempo, questo sì, e in passato ha dovuto raccogliere le mie confidenze quando esprimevo il proposito di fare almeno due bambini, ma di non desiderare una gravidanza nell’immediato. C’era tempo, pensavo. Per me c’è ancora tempo, gli dicevo.”
“Sembro folle e in effetti non so se mi sento bene del tutto. Poi mi siedo, mi appoggio allo schienale della poltroncina e sto lì a chiedermi come mai il destino mi ha tirato questo brutto scherzo. E perché dovrei meritarmelo, cosa ho fatto di male. Non ho l’istinto della chioccia, è vero, ma farmi tutto ciò è disonesto. È crudele.”
“L’ostensione dei figli di Alice mi accompagna come in una Via Crucis nel corridoio dove cammino in silenzio, i miei passi attutiti dal tappeto di lana orientale. Evito però di stazionare di fronte alle singole cornici e mi limito a uno sguardo d’insieme, a debita distanza. Oggi non ho voglia di portare la croce della mia infecondità.”
Il tema della menopausa precoce è perlopiù un tabù. Non ha attenzione perchè non è una malattia. Di recente una famosa attrice americana, Naomi Watts, ne ha parlato in un libro autobiografico, Dare i say it, e anche lei, come la protagonista di Cerco casa, termina la sua vita fertile a 36 anni. Interpreto questa coincidenza come un piccolo segno. Credo che tutte le sofferenze, piccole o grandi, meritino di essere raccontate con la giusta misura e la giusta voce, perchè parlino a chi le sta vivendo in prima persona. Scriverne lo considero un gesto di empatia.
Il tema della natura
La natura è ostile a Carola, che va contro natura. É giovane, ma il suo corpo la contraddice.
Nella natura comincia il suo perdersi, per ritrovarsi. Il cammino reale è anche un cammino metaforico. Carola si mette in moto, senza meta, e in questo breve cammino di vita ritrova un senso. Ritorna sul sentiero che porta alla casa sulla collina. Lo rintraccia, vi si affida.
“La giornata è calda e la luce, qui, lontano dalla città, è intensa, rende gli oggetti più vivi. Il paesaggio è nitido, l’aria è pulita. Oggi la mia percezione delle cose è nuova, godo di una realtà aumentata.”
“Proseguo in netta pendenza. A sinistra è comparsa una boscaglia fitta, a destra ho invece una radura e, oltre quella, un prato ingiallito sale veloce, imponente, e va a confondersi con una bordura di cespugli e piante basse, forse pruni selvatici.”
“Riconosco il profilo del piccolo agglomerato di case sulla collina, tra la boscaglia. Il sole nel frattempo si è alzato, la natura intorno a me gocciola, la foschia si dirada, il fango lascia spazio alla terra battuta. Sento ali frusciare tra i rami.”

Il tema della resilienza
Questo è il racconto di un imprevisto. È successo anche a me. Quando la vita ci mette di fronte a piccoli o grandi intoppi, come recuperiamo il nostro benessere?
Può il progetto di una nuova casa aiutarci? Il valore di una vecchia casa in collina che riprende vita, nella natura che rinasce in primavera, è la metafora del cambiamento interiore da accogliere.
“«Non mi sono sposata, Alice. Non so se lo farò mai. Avrei dovuto? Mi avrebbe resa migliore?».”
“Conoscere Adelmo e i suoi luoghi incrina la consapevolezza di me e del mio valore. Non mi sento sminuita, ma ho una prospettiva diversa. Saper vivere di poco e contare su se stessi: improvvisamente realizzo con lucidità come queste siano due enormi ricchezze per chi le possiede.”
“Il calore dell’acqua inizia a fare vapore. Il grande specchio di fronte a me si appanna. Sto ferma a osservarmi nuda finchè la condensa sul vetro me lo permette. Sono impolverata, mi sento sudata, ho i capelli un po’ grassi e vedo un residuo di qualcosa in un ciuffo, forse un insetto rinsecchito vinto da una ragnatela.
La mia figura riflessa si copre del tutto e ho un’unica nitida sensazione: oggi, dopo tanto tempo, mi sento bene nei miei panni.”
Una recensione
Andrea Maia, professore appassionato di letteratura e scrittore, caro amico di mio padre, mi ha regalato la sua opinione su Cerco casa:
“Gli episodi narrativi sono narrati attraverso una prosa semplice e musicale, basata su un periodare breve, chiaro e limpido; lo stile è conciso ed efficace, sia quando sviluppa le problematiche esistenziali della donna protagonista (turbata da una precoce menopausa che le impedirà l’esperienza della maternità), sia quando narra le vicende, spesso con uno sguardo non privo di garbata ironia, sia quando inserisce inattesi spunti drammatici. Un romanzo che si fa leggere: in esso si avverte una simpatetica vicinanza con la narratrice, la cui voce amichevole coinvolge il lettore, rendendolo partecipe del mondo della protagonista. Chi legge si trova veramente coinvolto: osserva con lo stesso sguardo di Carola che guarda dalla sua bicicletta il mondo cittadino, e contempla camminando i quadri campestri, passeggia con lei nei sentieri fra le colline, vede la tristezza nello sguardo del capriolo prigioniero, collabora con i lavori da lei compiuti nella nuova casa, guarda con tenerezza e simpatia il volto di Julian che ha imparato a fare l’occhiolino… Raramente ho trovato pagine così coinvolgenti e piacevoli”.
Cerco casa è disponibile on demand, in formato cartaceo o in ebook.
